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sabato 10 marzo 2012

Recensione Un Giorno Questo Dolore ti Sarà Utile (film)

Circa due settimane fa (il 24 Febbraio), dopo aver letto Un Giorno Questo Dolore ti Sarà Utile, sono andata al cinema a vedermi il film omonimo e sono rimasta un po' delusa, solo un po' perché già in partenza non mi aspettavo niente di spettacolare. E dire che sul web ho letto anche diverse critiche positive...
P.S. La recensione potrebbe contenere qualche leggero spoiler

TRAMA
Un giorno questo dolore ti sarà utile è il ritratto umoristico e appassionato della New York di oggi, raccontato attraverso gli occhi del giovane James e della sua squinternata famiglia.
La madre Marjorie ha una galleria d'arte dove espone bidoni della spazzatura. Colleziona mariti: ha appena abbandonato il terzo, Mr. Rogers, un giocatore compulsivo, durante la luna di miele a Las Vegas. Il padre Paul esce solo con donne che potrebbero essergli figlie. Al contrario, la sorella Gillian ha una relazione con il suo professore di semiotica e non riesce a innamorarsi di uomini che non abbiano almeno il doppio della sua età. Intanto già prepara le sue memorie, sicura che saranno un best seller.
Solo Nanette, la nonna enigmatica e anticonformista, riesce a comprendere lo spaesamento di un diciassettenne inquieto alla ricerca dell’ identità, sullo sfondo di una New York ricca di personaggi sconcertanti.
La difficoltà di James nell’uniformarsi a una presunta “normalità”, lo porta a commettere gravi errori: entrare in una chat per cuori solitari e proporre un appuntamento al buio al direttore della galleria in cui lavora. O ritrovarsi incastrato in una tragicomica gita scolastica per cervelli superdotati.
Anti-eroe irriverente e politicamente scorretto, James viene mandato in terapia da una life coach di origini cinesi, che pratica metodi decisamente non convenzionali. Dopo un’iniziale diffidenza, finalmente James comincia a rovistare nel suo io per allontanare il pericolo di sprecare inutilmente la propria intelligenza.
E finisce per porsi una domanda alla quale urge dare una risposta: “Se io sono un disadattato, allora gli altri cosa sono?”

RECENSIONE
Sono andata a vedere il film il giorno stesso che è uscito e in sala c'erano solo cinque persone, sottoscritta compresa. Va da sé che, almeno a Verona, ha fatto flop. In realtà neanche a me è piaciuto molto, come del resto ho gradito fino ad un certo punto il libro. Posso definire questa come la pellicola cinematografica più brutta che sia andata a vedere negli ultimi anni, la più brutta perché non mi ha lasciato o fatto suscitare nulla.
La storia racconta dell'ultima estate a casa prima dell'università di un adolescente, James, solitario e incapace di stare con i propri simili. Passa la maggior parte del tempo con la nonna Nanette e la life coach da cui è inizialmente stato costretto ad andare e con cui poi riuscirà a costruire "un'amicizia". Gli eventi centrali sono la disastrosa avventura a Washington e lo "scherzo" in chat architettato da James nei confronti del gestore della galleria d'arte della madre.
Innanzi tutto ho notato come i problemi adolescenziali del protagonista, su cui, per sua stessa ammissione, il regista  Roberto Faenza si è focalizzato, siano trattati superficialmente, senza analisi psicologica, non lasciando nulla all'immaginazione, al contrario di come sono stati gestiti dall'autore del romanzo che almeno da quel punto di vista ha fatto un buon lavoro.
Poi, sempre confrontando libro-film, nel primo la life coach era una psicoterapeuta che aveva con il protagonista un rapporto distaccato e il suo ruolo principale era passivo, cioè quello di far si che James parlasse e riflettesse su sé stesso e sugli episodi di quell'estate, insomma era un pretesto narrativo, sebbene importante, per far andare avanti la storia, nel film, invece, diventa la confidente e l'amica (per non dire qualcosa di più) del protagonista e il suo personaggio ricopre una funzione attiva. Ciò mi ha dato un po' fastidio perché io ero andata al cinema aspettandomi di vedere almeno una parvenza di storia gay, parvenza perché già il libro non è che possa essere definito esplicito in tal senso, ma neanche questa c'è stata visto che una simil-relazione si è sì verificata... ma con la life coach... Avevo comunque già sentito in rete, prima della visione della pellicola, che il regista non aveva evidenziato per niente l'aspetto omosessuale e, fatta eccezione per qualche cenno, non si direbbe minimamente che il film è a tematica gay. Peccato perché tolto ciò non resta altro che un comunissimo e banale filmetto sulla crisi adolescenziale. Niente di straordinario, sebbene la presenza di un cast lodevole.
Parlando proprio dei personaggi, mi è particolarmente piaciuto il protagonista, qui più esplicito e meno contorto (ok, ciò non è proprio un merito visto che la storia si regge proprio su questo punto), di cui nel libro ho provato un po' di antipatia. Davvero una buona recitazione e una gradevolezza nell'aspetto (al contrario che nella locandina). Un'altro personaggio che mi è particolarmente piaciuto (ammetto, soprattutto per la presenza) è la sorella di James, Gillian; alcune sue mise erano davvero fantastiche.
In conclusione, questo è stato un film piuttosto scontato che ha reso banale anche ciò che nel romanzo si poteva salvare, come le riflessioni contorte del protagonista. Sostanzialmente non consiglio la pellicola se non a chi ha letto il libro e ora vuol vedere anche la trasposizione cinematografica e a chi non ha niente di meglio da visionare. Sebbene è definito un film a tematica omosessuale, secondo me "Un Giorno Questo Dolore ti Sarà Utile" può vederlo tranquillamente anche chi non è interessato/appassionato al genere. Come ho già detto, c'è solo qualche piccolo riferimento gay.
VOTO: ***-

Titolo Originale: Someday This Pain Will Be Useful to You
Paese: U.S.A., Italia
Genere: Drammatico
Durata: 98 minuti
Canale: Cinema

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